Lo spettacolo teatrale SOLA CONTRO LA MAFIA, tratto dal libro “Non la picchiare così” di Francesco Minervini, ha catalizzato l’attenzione di tutti gli studenti dell classi 4^ dell’Istituto Alberghiero.
La storia che è stata rappresentata è quella di Maria, una testimone di giustizia. E’ una storia vera a cerchi concentrici. Il primo è quello che fa da sfondo all’intera vicenda: quello della mafia foggiana. Il secondo cerchio è quello della violenza di genere su un corpo subordinato alla prepotenza maschile. Il terzo è quello dell’assuefazione al possesso fisico subito quasi come normalità. Con una fuga rocambolesca e la decisione di farsi testimone, Maria contribuirà a liberare le terre del Tavoliere delle Puglie da uno dei clan più cruenti della mafia pugliese.
Arianna Gambaccini, grazie alla sua bravura, ha portato in scena in un lungo monologo la storia di Maria, donna-bambina, che si consegna inconsapevolmente nelle mani di un boss della mafia pugliese che la riduce ad una sua proprietà e la usa per compiere operazioni e traffici illeciti. La sua vita, narcotizzata da un “amore malato “, si risveglia solo dinnanzi alla vita che porta in grembo. La gravidanza del suo piccolo, la custodisce e la difende come meglio può. Con la fuga e la decisione di farsi “testimone di giustizia”, la donna contribuirà a sgominare uno dei più efferati clan della cosiddetta “quarta mafia”. Ma a Maria non sarà mai più restituita la sua libertà. È costretta ancor oggi a vivere sotto protezione e con altre identità e a peregrinare per tutta la penisola.
Le parole con cui si è chiuso lo spettacolo: “IO NON SONO IL FIGLIO DI UN BOSS MA FIGLIO DELL’AMORE DI MIA MADRE” sono confluite in un interminabile applauso, idealmente rivolto alla vera Maria, donna e madre coraggiosa, testimone di giustizia vivente. La sala, silente e partecipe emotivamente alla storia rappresentata, è stata omaggiata dall’attrice protagonista con i suoi più sentiti ringraziamenti per l’attenzione e il silenzio con cui lei ha potuto rappresentare la storia di Maria.
Michele Salvemini